scamBioLoGiCo: da un ex scalo merci l’esempio di impresa sostenibile

Un ex scalo merci e la capacità di vedere opportunità laddove è rimasto solo abbandono. Potrebbero essere questi due elementi, le direttrici fondanti di una storia, in verità, molto più ampia. Una storia che coinvolge e tiene insieme realtà apparentemente distanti e che prende avvio da un vecchio fabbricato adiacente la stazione di Potenza Superiore.

“La piccola”, così veniva comunemente chiamato dagli addetti ai lavori l’edificio annesso alle stazioni ferroviarie usato come scalo merci, che diventa, grazie a un’intesa sottoscritta tra Legambiente, Ferrovie dello Stato Italiane e Rete Ferroviaria Italiana, la prima Green Station d’Italia. Un non luogo che ha visto la propria evoluzione da uno spazio destinato esclusivamente al transito in uno spazio in cui sostare.

Un progetto finanziato e sostenuto da Fondazione per il Sud, con il bando “Verso rifiuti zero”. L’obiettivo è promuovere una visione ecologica della vita in cui anche il consumo quotidiano può divenire un concreto impegno per la riduzione di rifiuti e uno strumento d’incentivazione di produzioni sostenibili e qualitativamente migliori. Una sostenibilità, quella promossa, che si fa concreta nella ristrutturazione dello stesso stabile, convertito in edificio di classe energetica A, dotato tra l’altro di un impianto fotovoltaico a pannelli solari, per un risultato ad impatto zero.

Ristrutturazione a cui hanno partecipato, inoltre, alcuni giovani tra i venti e i trent’anni. Una collaborazione promossa da “Cantiere Scuola”, progetto di formazione e integrazione, attraverso il quale i ragazzi hanno potuto apprendere direttamente in “cantiere” le nuove tecniche di costruzione, accanto a un percorso di educazione alla sicurezza sul lavoro. La partecipazione di nove volontari richiedenti asilo, ospiti delle diverse strutture presenti in città, in un’ottica di formazione dei tecnici e delle maestranze impiegate nel settore edilizio, ma anche creazione di occasioni di integrazione reale, nonché di una collaborazione, sempre più produttiva, tra il mondo del profit e del no profit.

ScamBioLoGiCo. Questo il nome con cui vengono sintetizzati gli intenti di una realtà ormai consolidata, dove logico sta per locale, giusto e condiviso. Tre pilastri che costituiscono gli essenziali presupposti per l’attuazione di quella che viene definita sharing economy. Economia collaborativa e della condivisione, un modello in costante evoluzione che ha ripensato lo scambio di beni e servizi tra persone ridisegnando coordinate sociali e di consumo. Una nuova modalità di mercato in cui le relazioni tra gli attori avvengono in maniera orizzontale e sono basate su meccanismi di fiducia e reputazione.

Metamorfosi. Potrebbe essere questa, volendo, la parola chiave di una storia che vede un ex scalo merci proporsi come centro atto alla creazione di una rete di relazioni sociali sul territorio. Come? Per capirlo occorre visitarlo. Dare un’occhiata ai prodotti sugli scaffali del negozio nato al piano terra dell’edificio. «Stagionalità, produzione locale, biologico – spiega Marco de Biasi, ex presidente di Legambiente e attuale amministratore di Energaia s.r.l., l’impresa sociale, di cui Legambiente Basilicata onlus è socio unico, che gestisce ScamBioLoGiCo – acquistando i nostri prodotti ortofrutticoli, da forno, da bancone, non solo si sostiene l’economia locale, salvaguardando i territori attraverso la promozione di un’agricoltura di qualità, ma si garantisce la sicurezza alimentare e il contenimento dei prezzi di mercato, a ciò si aggiunge la riduzione dell’inquinamento e delle emissioni di CO2».

Al piano superiore uno spazio per spettacoli, presentazioni di libri e allestimento di mostre. Ma anche laboratori e corsi di formazione: dalla rigenerazione dei computer, partendo da pc usati per rimetterli poi in funzione alla riparazione di biciclette. Ancora una volta recupero, riuso. Dietro, la consapevolezza di stare al mondo finalmente attraverso l’acquisizione di una maggiore consapevolezza riguardo le proprie responsabilità.

Fare impresa in maniera sostenibile è possibile. ScamBioLoGiCo ne è la dimostrazione.

 

Simona Pellegrini