Amoreolio: esperienze e sapori dell’olio evo lucano

Un antico frantoio risalente alla fine dell’800 che diviene museo: parte da qui il progetto di Amoreolio, l’azienda che questa settimana Agristorie ha deciso di farvi conoscere.

Siamo a Colobraro, centro agricolo dell’Appennino lucano nella valle del fiume Sinni, nella parte sud occidentale della provincia di Matera. Affascinante borgo famoso non solo per il proprio inestimabile patrimonio folkloristico, che attirò, tra gli altri, all’inizio degli anni ’50, l’interesse dell’antropologo Ernesto de Martino, il quale decise di condurvi un’importante ricerca etnografica, ma anche per la radicata cultura dell’olio e dell’olivo.

E proprio nel centro storico del paese, la piccola perla: un frantoio risalente alla fine dell’800, di tipo tradizionale e discontinuo con un sistema di estrazione a pressione, al cui interno vengono custoditi una serie di macchinari, la “molazza” a tre macine in pietra; il torchio a vite e la pressa idraulica; giare; strumenti di peso e di misura; vari utensili e suppellettili. Preziose testimonianze di un mondo agricolo in estinzione.

Da qui la mission del progetto: «una corretta trasmissione di una storia profonda e radicata – spiega la dottoressa Giusi D’Oronzio, titolare e sommelier dell’azienda – la storia dell’olio extravergine d’oliva». Il macroattrattore principale è sicuramente il Museo dell’olio, che consente al visitatore di vivere un’esperienza immersiva attraverso un percorso storico, sensoriale ed emozionale. Ad esso si legano, oltre alle visite museali guidate, laboratori didattici con le scuole, turismo esperienziale con gruppi di turisti italiani e stranieri, percorsi di degustazione dell’olio in purezza o in abbinamento ai prodotti tipici.

«La mia è una storia di rientro in Basilicata per valorizzare il patrimonio rurale della mia famiglia – aggiunge D’Oronzio – l’idea è di sviluppare un’offerta integrata tra olio, cultura e turismo esperienziale attraverso un approccio innovativo, creativo e sostenibile». Un progetto che mette in risalto la capacità e l’intelligenza di restituire alla vita i nostri piccoli borghi, attraverso la valorizzazione del loro percorso storico, culturale e tradizionale.

Il segreto sta nel racconto; nelle nuove proposte di un turismo lento, esperienziale e multisensoriale, grazie alla possibilità di rivivere tutte quelle fasi che dalla drupa, piccola e nera, portano all’oro giallo. Visite; lezioni sulle proprietà organolettiche dell’olio evo ed un focus sugli aspetti cromatici e olfatto gustativi: le attività proposte hanno quindi l’obiettivo di promuovere la corretta conoscenza dell’olio extra vergine di oliva, trasmettendo il concetto di qualità nelle tecniche agronomiche e nei tempi di raccolta, così come nelle tecnologie di estrazione e di conservazione.

In sintesi, un turismo rurale, che punti a promuovere e rilanciare le realtà locali, assieme al loro inestimabile bagaglio di cultura e tradizione. «Una strategia di sensibilizzazione che inizia con le attività culturali e si conclude nel nostro ristorante – spiega la titolare – che serve piatti in cui l’olio evo è protagonista, per imparare a gustare il sapore di cibi genuini legati alla tradizione contadina locale. A completare il ventaglio dell’offerta, è il servizio di pernottamento nella Casa vacanza, dove riposare lo sguardo tra i colori della nostra terra».

 

Simona Pellegrini