I Pannocchietti: arte e artigianato a San Severino Lucano

Cos’è l’arte se non la capacità di attraversare e restituire al mondo un qualsiasi racconto in maniera soggettiva, arricchendolo, talvolta, di nuovi ed altri significati? Ed è proprio attraverso il filtro artistico, quello di Antonella Fiore, che scene della civiltà contadina tornano a parlarci, per farsi di nuovo vive e vibranti, finalmente lontane dal cassetto impolverato dei ricordi a cui sembravano esser state relegate. Come? La risposta, in questo caso, è nei Pannocchietti.

In questo appuntamento Agristorie vi porta San Severino Lucano, piccolo borgo a 877 m s.l.m.: il paese dell’acqua e dell’aria fresca e pulita di montagna, non a caso definito come la porta d’accesso settentrionale al massiccio del Pollino. Poco più di 1400 abitanti in provincia di Potenza immersi nella natura verde e selvaggia.

Ed è proprio la natura, il continuo e concreto contatto con essa, ad ispirare Antonella: «Vivo in campagna da sempre e questo stare dentro la natura, negli anni, ha fatto crescere in me la fantasia che mi caratterizzava già da bambina». Fantasia che Antonella Fiore ha dapprima sublimato in tele acquerellate, collage, pittura ad olio e pastelli, illustrando libri di poesie e vignette, per poi finalmente trovare nelle foglie delle pannocchie il suo sbocco tanto più originale quanto più realista.

Una tecnica di lavorazione completamente manuale che parte dalle foglie del mais, per poi ricorrere al legno, alle pietre o alla lana per la realizzazione degli accessori dei vari Pannocchietti. Riemergono così alla luce, attraverso questa nuova forma di artigianato, storie di vita dei campi che ci parlano della terra e dei suoi frutti: la semina; la vendemmia e il pastorello con il suo gregge. Ma anche la donna al pozzo; la fornaia e due bonari briganti lucani. Un microcosmo di racconti che gravita attorno alla civiltà contadina, alle voci dei nonni che parlano davanti al focolare dei tempi passati; alla nostalgia candida e benevola di una generazione che va via via scomparendo. L’arte della Fiore non è nient’altro che questo: un ponte verso un mondo che erroneamente potremmo considerare perso per sempre e che pure ci appartiene e al quale per converso apparteniamo. La rappresentazione di un patrimonio storico e culturale di inestimabile valore che grazie a un’arte completamente sostenibile torna a raccontarsi in una veste nuova e bellissima.

 

Simona Pellegrini